Gadget? Si, tanti e belli ma non ad acquisto obbligato (con la quota d’iscrizione).
Premessa importante: in questo blog esprimo il mio pensiero sulle diverse questioni che riguardano il podismo, soprattutto nella sua versione ludico – motoria (non avrei nulla da dire sulle “competitive”) con la consapevolezza che anche se alcuni possono condividere le mie idee, in tanti la pensano in modo diverso da me e che alcune questioni che per me sono rilevati, per tanti altri proprio non esistono, come quella che tratto qui, le magliette e i gadget vari che vengono dati ai partecipanti e che sono compresi nella quota d’iscrizione.
Io sono uno di quelli un po’ “feticisti”: amo i ricordi, mi piace portare con me qualcosa di materiale che mi possa ricordare un evento che mi ha emozionato, che mi è piaciuto. A distanza di tempo mi piace trovarmi tra le mani un oggetto che mi faccia rivivere quel momento, quella emozione, una maglietta, uno scaldacollo, un paio di calzini, una medaglia.
Io sono uno di quelli che quando partecipa ad una manifestazione che ha un significato particolare, indipendentemente da quella che sia stata per me la “prestazione” atletica, è capace di spendere più della quota d’iscrizione per portarsi a casa un capo d’abbigliamento con il logo dell’evento.
Ma … ma .. questo capo di abbigliamento deve essere bello, di buona qualità tecnica, di bella grafica e, soprattutto, deve essere senza pubblicità.
Tutto questo per dire che non sono, in linea di principio, contro i gadget ma sono DECISAMENTE contro i gadget ad acquisto obbligatorio.
Si, perché, qualsiasi oggetto al quale si ha diritto in quanto iscritti alla manifestazione è, salvo rarissime occasioni quando ci sono sponsor generosi:
- sempre pagato dal partecipante, di “omaggio” c’è poco o niente – ed è giusto che sia così
- ad acquisto obbligato perché compreso nella quota d’iscrizione.
Se da un lato sostengo che ogni costo reale associato alle attività di una manifestazione podistica debba essere a carico dei partecipanti, dall’altro sostengo che debbano essere messi a carico dei partecipanti solo i COSTI STRETTANENTE NECESSARI allo svolgimento della manifestazione, come la sicurezza, l’assistenza sanitaria, i ristori, i materiali per la segnalazione dei percorsi, musica, speaker, la medaglia finisher, toilette e docce e anche un semplice riconoscimento ai volontari e cose simili ..
Starà alle abilità degli organizzatori tenere basso il costo dei servizi essenziali e, conseguentemente, il costo d’iscrizione attraverso la loro capacità di mobilitare volontari per lo svolgimento dei servizi base, di acquisire i servizi strettamente necessari allo svolgimento della manifestazione al costo più basso possibile, di ottenere qualche sponsorizzazione.
A mio avviso non dovrebbero essere messi a carico dei partecipanti – e quindi inseriti nella quota d’iscrizione, i costi di prodotti e servizi accessori, ovvero non strettamente necessari, come i diversi capi d’abbigliamento e altro “ricordo” dell’evento.
Questi materiali – a me molto graditi, come detto in precedenza – dovrebbero essere messi a disposizione dei partecipanti ma acquistati SOLO come libera scelta.
Mettendoli ad acquisto non coatto è possibile proporre gadget di buona qualità tecnica (quando questi prodotti sono “gratuiti” si punta necessariamente a materiali a basso costo, scadenti …) e, soprattutto, si è obbligati a realizzarli anche di buona qualità grafica, un mix di caratteristiche funzionali ed estetiche che invoglino noi partecipanti all’acquisto. In questa logica trovo legittimo che gli organizzatori ricavino un utile quale “rischio d’impresa”.
Il vantaggio per il partecipante ad acquistare un simile oggetto o capo di abbigliamento con questa modalità, è di poterlo avere ad un costo ridotto rispetto ad un acquisto individuale perché gli organizzatori effettuano acquisti cumulativi e spuntano prezzi competitivi.
Alcuni organizzatori si stanno mettendo in questa logica, ma ancora pochi.
Quale potrebbe essere la risposta in caso di acquisto “libero” dei gadget?
Un’esperienza diretta come organizzatore.
Nelle ultime due edizioni del Trail delle Terre Rosse non avevamo inserito il gadget nella quota d’iscrizione, con conseguente adeguamento della stessa. Il primo anno avevamo proposto in acquisto volontario un bel antivento per il quale avevamo strappato un prezzo molto vantaggioso: il 55% dei partecipanti lo aveva acquistato (10 €). L’ anno successivo abbiamo proposto uno smanicato al costo di 7 € ed era stato acquistato dal 35 % degli iscritti. Entrambi i capi erano di ottima qualità tecnica e personalizzati full color con la grafica dell’ evento ma, oggettivamente, il primo capo era più appetitibile in termini di costo rispetto ad analogo prodotto acquisito a prezzo di mercato ma la seconda volta non siamo riusciti ad aver un prezzaccio per un capo tecnico speciale.
Parlando con i partecipanti di allora ho maturato l’ idea che , nella logica dell’ acquisto del gadget ricordo, sia opportuno fare una proposta differenziata: a) un capo specialistico anche a costo elevato (20, 30 o anche più €)acquistabile dai pochi che cercano un capo tecnico (tipo antipioggia) da usare e non gli dispiace averlo nella livrea di una manifestazione importante pagando il giusto e b) un capo a basso costo (max 10 €) per chi vuole un ricordo dell’ evento e non intende spendere tanto.
Un’esperienza diretta come partecipante.
In manifestazioni importanti, come le maratona, le ultra, i trail importanti, eventi che nel nostro giro hanno un “nome”, c’è sempre un ricco shop con prodotti “marchiati”, di ampia gamma di prezzo e acquistati da tantissimi partecipanti, anche attraverso lo shop online (Io tra questi). Insomma, quando l’evento è importante e il prodotto vale, noi runner mettiamo volentieri mano al portafoglio.
E la pubblicità sui gadget?
Tasto dolente.
A parte il caso di Name Sponsor in manifestazione ad elevata partecipazione e dove lo sponsor è “generoso”, per le altre aziende, l’inserimento del loro marchio nelle magliette è più di interesse degli organizzatori che delle aziende stesse. La pubblicità che ne ricavano è irrilevante o assente.
Comunque, indipendentemente dalle motivazioni e dalle ragioni commerciali, è sempre possibile trovare delle soluzioni grafiche accettabili
Qui sotto ne propongono alcune realizzate in magliette che ho ricevuto in occasione di corse in cui il gadget era compreso nella quota d’iscrizione.
Nel primo caso, Partenzana Marathon, Slovenia – Croazia, è stata adottata una soluzione simpatica e divertente.
Nel secondo i loghi sono stati inseriti sulla schiena e in piccolo.
La terza soluzione ha la pubblicità inserita nelle maniche. La prima maglietta è della Marcia dei Tre Canai di Cazzago di Vigonza VE , la seconda della Valvaccara Trail di Chiuppano VI
Parenzana MARATHON

Esempio di pubblicità

Lessinia Legend Run

Marcia dei Tre Canai





Valvaccara Trail

Sono tutti esempi da cui trarre ispirazione alla ricerca di soluzioni ancor più gradevoli e allo scopo di non trasformare noi runner che indossiamo quelle magliette in Sandwich Boys, quei ragazzi che sono pagati per andare in giro per le strade affollate indossando davanti e dietro dei cartelloni con la pubblicità .


