
Le manifestazioni di running e di Trail running che mi piacciono sono quelle che hanno un’ “anima”, una “personalità”, hanno qualcosa di caratteristico che ne fanno percepire l’ identità, l’ unicità. Sono, anche, quelle che mi danno un’ emozione e si fanno ricordare a lungo e che mi viene voglia di tornarle a fare.


A volte la “personalità” si esprime con facilità, soprattutto per il luogo di svolgimento, altre è il frutto di duro lavoro degli organizzatori.

Ad una corsa in collina o in montagna è più facile tirare fuori l’anima che per una in pianura (il saliscendi, i panorami, l’ impegno richiesto) e l’ organizzatore di una corsa in pianura è certamente più sfidato nel ricercare quegli accorgimenti che la possano far ricordare e per i quali ti rimane dentro.




Ma anche chi organizza in luoghi affascinanti già per conto loro ha la sua bella sfida da affrontare per dare a ciò che offre la natura un valore aggiunto.
Detto che qualsiasi organizzatore che si prenda la briga di offrire a noi runner e camminatori un’ occasione per praticare il nostro sport preferito va ringraziato, facendo la tara a quelle manifestazioni che ci usano (si, usano) per secondi scopi, più o meno nobili.



Questa premessa è per dire che la Winter Night Run è una manifestazione per niente scontata pur godendo di un contesto naturale a portata di mano: montagna, neve …


Di loro, gli organizzatori ci hanno messo alcune scelte vincenti, non scontate e di non facile realizzazione:
- disporre di un’ area di partenza e arrivo funzionale per parcheggiare e per poter stare al coperto prima e dopo la gara,
- sviluppare i percorsi sulle piste da fondo del comprensorio di Dobbiaco offrendoci la possibilità di correre in un contesto insolito – sulla neve – ma con fondo compatto in una simil pista di atletica, passo veloce e agevole
- correre nel buio più totale e in completa sicurezza sviluppando un serpentone interminabili e suggestivo di luci
- percorrere un ultimo chilometro lungo il perimetro della Nordic Arena con due brevi ma impegnative salite e discese con un colpo d’occhio tra neve e luci davvero unico.
Il risultato è che ci è stata offerto un evento di grande fascino in un contesto insolito e bene organizzato.




Due percorsi di 12 e 7 km ad anello in direzione Lago di Dobbiaco fino al Cimitero di Guerra nella Valle di Landro e rientro dal versante opposto con passaggio al Lago di Dobbiaco e arrivo alla Nordic Arena, tutto su piste da sci nordico.
Un appunto sento di farlo per l’ organizzazione dello spartano ristoro finale che ci ha costretti a fare una lunga coda sudati e al freddo per poter ricevere un bicchiere uno di tè caldo e un krapfen. Una soluzione più efficiente si potrebbe facilmente trovare e consentire ameno un secondo bicchiere di tè caldo.
Imponente medaglia finisher. Adoro le medaglie e sono stato molto felice a riceverla ma ho apprezzato di più l’elegante nastro che riproduce un buio cielo notturno costellato di stelline che non la grossolana medaglia. Una valutazione molto soggettiva, ne sono consapevole, perché ho sentito solo apprezzamenti.

Ritornerò certamente se non sarà a ridosso del Trail delle Terre Rosse (25 gennaio 2026) nella cui organizzazione sono coinvolto fino al collo e anche oltre.
