Una podistica parrocchiale (organizzazione Gruppo Podistico parrocchiale di Sant’ Elena Imperatrice) semplice, autentica, organizzata come si deve: parcheggi segnalati, volontariato multietnico lungo i percorsi, buona segnalazione, ristori di buona qualità e quantità.

Ho visto molti volontari all’ opera, l’ intera comunità parrocchiale della frazione di Treviso mobilitata per farci star bene, e ci sono riusciti.

Tre percorsi (6,5 – 13 – 19) prevalentemente su strada asfaltata con poco traffico, nessuna caratteristica che le dia una propria identità, un’occasione per fare un allenamento in compagnia e passare la domenica mattina all’ aperto e in movimento, senza particolari emozioni ma anche senza alcuna recriminazione.

I tre percorsi tracciati fanno della Family Run della Sagra delle Rose (come è stata denominata la corsa, penso alla sua prima edizione) una manifestazione tutt’ altro che “family”; si sono visti, infatti alcuni top runner che hanno fatto tempi di tutto rispetto.

Una manifestazione Fiasp con prezzi Fiasp, cioè contenuti (4 € per tutti i percorsi), però con premiazioni per i primi tre uomini e le prime tre donne dei percorsi lunghi.

Partecipazione limitata, penso 2 – 300   atleti presenti. Perché così poche presenze?

Le non competitive nascono come funghi; non c’è sagra paesana che non abbia una sua manifestazione di corsa e camminata; non c’è esigenza di finanziamento per attività sociale, di volontariato, di supporto a qualche bisogno (tutto legittimo, sia chiaro) che non cerchi il finanziamento attraverso corse e camminate.

Le cosiddette ludico motorie proliferano, spesso sono prive di una propria identità che le faccia distinguere da altre e il podista abituale è disorientato oppure sceglie l’ evento più vicino a casa, tanto si tratta di fare un allenamento in compagnia in preparazione di manifestazioni di prestigio e con una propria identità.

Dispiace che simili eventi abbiano una partecipazione limitata perché chi le organizza, il più delle volte ci mette l’anima e un’ intera comunità viene mobilitata, ma, orami, le non competitive o ludico-motorie sono inflazionate e c’è il rischio che la partecipazione complessiva diminuisca invece essere in aumento. Questi eventi più che promuovere lo sport creino disaffezione.

Va, anche detto che dietro a queste manifestazioni, qualche volta sono presenti interessi politici e di bottega che nulla hanno a che vedere con lo sport o con il volontariato. I furbacchioni sono sempre in agguato.

Anche qui si è visto il vergognoso comportamento di un gruppo, noto alle cronache anche extra provinciali, con nessun partecipante effettivo ma  con un numero elevato di iscritti (tra l’altro , lo stesso gruppo è stato segnalato presente in contemporanea nel veronese con parecchie decine di partecipanti).

Non ho chiara la logica di un simile comportamento; so, per certo, che avere iscrizioni fittizie fa comodo a chi organizza. Purtroppo, non è un malcostume nuovo; ricordo se ne parlava parecchio tempo fa e tra i gruppi podistici più sensibili a comportamenti etici si era cercato di attivare delle contromisure ma, evidentemente, con scarso effetto.

Di admin

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