Una premessa: le marce che piacciono a me sono quelle “popolari”, quelle semplici, spontanee, organizzate per il piacere di offrire un’occasione di fare sport, con il coinvolgimento della comunità locale; quelle che per lo spirito che le animano hanno l’imperfezione di ciò che è autentico e che potrebbero avere anche qualche spunto di ingenuità. Non mi piacciono le grandi manifestazioni tutte business e niente anima, quelle di grande scena, organizzate con grande disponibilità di mezzi (grazie alle elevate quote d’iscrizione), dove tutto funziona alla perfezione ma che hanno il sapore del prodotto industriale e respiri (metaforicamente) l’aria della metropoli. Preferisco i sapori artigianali, preferisco l’aria della campagna.
Mi piacciono le corse organizzate da gruppi podistici che una o due volte l’anno invece di andare a correre si mettono ad organizzare o quelle che hanno lo scopo di animare un evento locale. Non mi piacciono, proprio per lo spirito che ci sta dietro, le manifestazioni organizzate da chi non fa altro che organizzare eventi più e più volte l’anno per pagare i costi fissi che devono avere per tenere in piedi quella che è una vera e propria azienda di eventi di running. Purtroppo la corsa su strada è anche questa.
Tutto ciò premesso, dico di aver molto apprezzato la MARCIA DEI TRE CANAI proprio per lo spirito che la ha animata, uno spirito fatto di semplicità e autenticità ma anche di sensibilità alle problematiche dell’inclusione (ma attenzione anche alla sostenibilità ambientale con l’utilizzo di bicchieri e cucchiaini completamente riciclabili).
Ecco, quindi, una bella manifestazione di corsa e camminata tra i campi e i canali del dolese organizzata dalla parrocchia di Cazzago e dal Circolo ACLI con il supporto tecnico di 1/6 H.
Tre percorsi (10, 15 e 20 km) su asfalto e sterrato. In aggiunta, una mini Run di 4 km e mezzo realizzata in collaborazione con le scuole del territorio e un percorso di un chilometro per persone con disabilità e fragilità messo in piedi su proposta di una RSA locale. L’ obiettivo dichiarato è quello dell’ inclusività.
Une bella folla di partecipanti, ho sentito parlare di 1.400 presenze.
Lunghi rettilinei sugli argini erbosi dei tanti canali scavati ancor prima della Serenissima per gestire le acque di risorgiva e per bonificare il territorio e altrettanti lunghi rettilinei su asfalto.
Giornata calda e assolata ma va dato atto agli organizzatori di aver predisposto numerosi ristori liquidi lungo i percorsi. Infatti, vista la giornata, dal punto di vista dei ristori era importante l’ idratazione e su questo aspetto, l’ organizzazione ha fatto il suo dovere. Da segnalare al ristoro d’arrivo la presenza della macedonia, fresca e dissetante, suppongo frutto del lavoro delle parrocchiane.
Percorsi ben segnalati, per tutti ma non per me che mi devo essere distratto durante la corsa per cui mi sono perso la deviazione per il percorso dei 10 km e mi sono dovuto fare quello dei 15 … ovviamente ho terminato ad un passo lento.
Buona la gestione delle iscrizioni e degli arrivi, con numerosi numero volontari.
Da segnalare, la maglietta data a tutti i partecipanti e compresa nella quota d’iscrizione di 5 euro, davvero irrisoria per quanto avuto in cambio.
Non si è trattato della solita, e sempre più inutile maglietta, ma di un capo di abbigliamento frutto, nella grafica, di una collaborazione dell’Organizzazione con le scuole della zona.
Alle scuole è stato, infatti, proposto di realizzare un disegno sul tema della lotta a tutte le discriminazioni.
Il titolo del concorso è stato DifferenziAMOci inteso come .”..rispetto di se stessi e degli altri come prevenzione a certe forme di violenza/bullismo/razzismo …” (Dal volantino).
A vincere è stata Kemada, studentessa all’ Istituto Comprensivo di Pianiga.
Questo disegno riporta le facce di bambini e bambine di differenti etnie e certamente risente della sensibilità della studentessa i cui genitori si sono da tempo stabiliti in Italia provenendo dall’Albania.
La maglietta merita di essere citata anche per un’altra ragione: la sua qualità grafica, la sua sobrietà.
Non mi piacciono le magliette con una grafica confusa o priva di significato e quelle piene di pubblicità. Nelle manifestazioni dove danno questo tipo di maglietta proprio non ci vado o se ci vado smaltisco subito la maglietta (io sono uno che compera sempre i gadget delle manifestazioni dove vado, purché siano di buona qualità tecnica e grafica).
Apprezzo molto questa maglietta (ne ho preso una seconda) perché ha una grafica pulita, d’impatto, dove anche il nome della manifestazione è riportato con discrezione, tanto da farne un capo di vestiario per tutti i giorni. Ulteriore elemento di merito è la quasi assenza di pubblicità; gli sponsor, infatti, sono riportati con un piccolo logo su di una manica, ma uno alla volta e così uno sponsor compare in un numero limitato di magliette, una soluzione tecnica che combina il giusto ringraziamento ad un’azienda che ha contribuito e il non rendere la maglietta un tabellone pubblicitario .
Concludendo, una manifestazione che ha fuso assieme sport, multiculturalità e inclusione e animata da Michele e Alberto Zanetti, una manifestazione che è stata, anche una grande festa dove tutti si sono sentiti protagonisti.
Speaker, Rubens Noviello, altra persona molto sensibile alle problematiche sociali nonché animatore della Summer Run, circuito estivo che si svolgerà dal 13 giugno nel padovano.
PS. Faccio un’integrazione su una questione che mi sta molto a cuore e messa in evidenza, a proposito di questa manifestazione da un commento su questo mio post in Facebook, l’accoglienza degli ultimi arrivati pur entro il tempo massimo. La persona in questione segnalava che al suo arrivo, entro il tempo massimo, aveva trovato l’intera organizzazione in smobilitazione e poco o niente ai ristori. Quanto segnalato(non ero presente quindi non posso dire nulla sul caso specifico) è un problema comune a tante manifestazioni, gli ultimi, anche se arrivano entro il tempo massimo ufficiale sono spesso penalizzati, tanto in termini di festa/accoglienza che di ristoro. A mio avviso, per rispetto di tutti i partecipanti gli organizzatori non dovrebbero smontare nulla fino all’ ora di chiusura ufficiale della manifestazione (musica, speaker, gonfiabili…) e assicurarsi che il ristoro ci sia nella stessa tipologia e quantità sia per i primi che per gli ultimi. Meritiamo tutti lo stesso trattamento.
Cazzago di Pianiga , NON di Vigonza.
Una piccola correzione, si chiama Klemanda no Kemanda!
Mi scusi per le inesattezze. Ho riportato quanto mi era stato detto. Faccio una variazione
Buongiorno, le comunico che il nome della vincitrice della maglia si chiama KLEMANDA, mentre i genitori non provengono dal Marocco ma dall’ALBANIA.
Grazie per la comprensione
La ringrazio!
Un spettacolo di manifestazione dove anche noi del pattinaggio G.S.SCALTENIGO partecipiamo con grande spirito.