PREMESSA
Mentre tornavo a casa dalla corsa, con il pensiero lubrificato e accelerato dal Prosecco trovato nei ristori, mi domandavo: perché partecipare a questa corsa e non ad un’altra?
Provo a porre la questione con un’ analogia: quando vado a correre alle cosiddette non competitive domenicali, mi devo accontentare di una banale avventura o mi aspetto una travolgente passione?
Detta ancora diversamente: dopo tanti anni che corro, mi devo accontentare di far movimento o mi devo emozionare?
In estrema sintesi, la mia idea è la seguente: senza fare alcun processo alle intenzioni, va bene che ci siano sempre corse su strada e fuori strada, siano esse competitive o ludico-motorie, va bene ci sia una sorta di “sfruttamento” della passione delle persone per la corsa e per la camminata per portare animazione ad un evento locale o per sostenere una buona causa, ma si cerchi almeno di non fare manifestazioni tutte uguali, di caratterizzare in qualche modo, di dar loro una personalità.
Chi partecipa a queste manifestazioni non si accontenta più di trovare un percorso ben tracciato e segnalato oppure ristori adeguati alla distanza e alla stagione, servizi di supporto come i parcheggi, WC, deposito sacche, magari fotografie (gratis).
Sia chiaro che queste considerazioni non si riferiscono in modo diretto ed esclusivo alla Marcia del Prosecco di Col San Martino che sto recensendo qui, ma sono di carattere generale e riguardano la “personalità” di una manifestazione di corsa o camminata.
Non ci accontentiamo più di una buona organizzazione (questo è il minimo) ma cerchiamo qualcosa che renda quella manifestazione diversa da ogni altra, cerchiamo un’emozione . Ce la volete dare?
LA CORSA DEL PROSECCO
Detto questo, veniamo alla Corsa del Prosecco a Col San Martino, giunta alla 23^ edizione, una delle classiche nelle colline del Prosecco.
All’ arrivo in zona molti, ma molti, volontari ci accolgono e ci aiutano a parcheggiare (cosa non scontata).
Iscrizioni veloci e ben gestite grazie ai numerosi punti attivi per i singoli e i gruppi.
Partecipazione, secondo me, significativamente inferiore agli anni precedenti, forse per un’ allerta meteo che aveva preannunciato pioggia tutta la mattina, invece bel tempo. Dispiace molto per gli organizzatori.
Due percorsi, 6 e 12 km ben segnalati e con volontari posizionati sui punti critici, su e giù per le colline del Prosecco, passando spesso anche tra i filari delle viti, davvero dentro le famose colline del Prosecco. Un buon dislivello (poco meno di 500 D+ sulla 12 k) ci ha fatto divertire.
Numerosi ristori anche come punto acqua e tanti altri presso le cantine che hanno generosamente offerto i loro prosecchi nelle versioni Dry, Brut, Col Fondo … Frutta, salumi e formaggi più che in abbondanza.
Il classico Enosoccorso, un paio di chilometri prima dell’arrivo. Tanto vino, tanto formaggio, tanta sopressa e i volontari in tenuta da medico con un mano la bottiglia di prosecco freddo per venire in soccorso a noi disidratati runner … Tanta roba, ma non è più l’ Enosoccorso di anni fa quando c’era molta allegria e molto cibo e bevande. Con 4 euro d’iscrizione più che adeguato…ma la differenza con gli anni passati si è notata. Soprattutto il clima di festa, anche in zona arrivo.
Una prima criticità da segnalare: non era stato stabilito un tempo massimo per il completamento della manifestazione ma quando sono arrivato nel gruppo di quelli che se la sono presa comoda non c’era quasi più traccia della manifestazione. No musica, no speaker, no assistenza medica, no gonfiabili, no transenne… un’atmosfera da sbaraccamento, malinconica.
Io sono dell’ avviso che fino all’ arrivo dell’ ultimo partecipante tutta l’ organizzazione debba essere tenuta in piedi. Per il rispetto di chi ha partecipato. Va riservato lo stesso trattamento al primo come all’ ultimo. A mio parere sarebbe meglio fissare un orario di chiusura ufficiale della manifestazione, dopo di che è legittimo e rispettoso sbaraccare tutto e aspettare anche i ritardatari con un ristoro essenziale.
Seconda criticità, e ancor più grave, riguardando una questione di salute.
Non mi ero reso conto del problema fino a quando sono andato in un bar a prendere un caffè. La gentile proprietaria, che stava chiudendo, manifesta tutta la sua indignazione verso gli organizzatori perché, a suo dire, non avrebbero dovuto organizzare la manifestazione in questo periodo perché è un periodo di trattamenti chimici dei vigneti, trattamenti che vengono fatti con prodotti tossici e far passare tanta gente tra i vigneti è stato un gravissimo errore, oltre che un danno alla loro/nostra salute.
Secondo lei, che parla con cognizione di causa vivendo in zona, la manifestazione si sarebbe dovuta tenere ad inizio primavera.
Mi sembrano argomentazioni di senso e che gli organizzatori dovrebbero tenere in considerazione.
In ogni caso, manifestazione ben organizzata, senza alcuna sbavatura (se non le due criticità qui sopra evidenziate). Costo di partecipazione più che onesto (4 €). Qualche sforzo in più per darci un’anima. Prossimo anno ci ritornerò, anche se già fatta molte volte.
Una mia considerazione finale che non riguarda la Corsa del Prosecco.
Da qualche anno questo territorio è Patrimonio UNESCO dell’ Umanità, ovvero un contesto di eccezionale valore culturale storico paesaggistico e scientifico.
A parte l’ indubbia bellezza delle colline, mi domando cosa abbia di eccezionale valore un’area dove per sfruttare al massimo il terreno coltivabile a vite si è distrutta la biodiversità estirpando boschi e riducendo l’area ad una (redditizia) monocultura e dove per assicurare una buona resa ai vitigni si praticano trattamenti chimici ad elevato impatto sulla salute delle persone.
Mi sa che la qualificazione di Patrimonio dell’ Umanità sia solo un espediente commerciale.